Che le cose siano così non vuol dire che debbano andare così. Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche e cambiare, c'è un prezzo da pagare. Ed è allora che spesso si preferisce lamentarsi piuttosto che fare. Questo lo ha detto Giovanni Falcone. Oggi ricorre l'anniversario della strage di Capaci. 28 anni fa Giovanni Falcone, sua moglie e i tre uomini della scorta, dei grandi servitori dello Stato, per lo Stato italiano ci rimisero la vita. Mi sembrava giusto ricordarlo per cominciare questo nostro appuntamento. In questi 65 giorni noi abbiamo semplicemente provato a fare senza lamentarci mai. I dati dell'ultima settimana ci dicono che il nostro sistema tiene, che le misure che il Governo in questi mesi ha posto in essere sono serviti. Ieri l'Istituto Superiore di Sanità ha fornito i dati del primo monitoraggio dell'ultima settimana, che sono confortanti. La curva del contagio sembra non risalire però attenti, la partita non è ancora vinta. Dobbiamo tutti restare vigili e rimanere come siamo stati finora responsabili. Io lo dico soprattutto ai giovani. Io ho tre figli, che sono poco più che adolescenti, e glielo dico tutti i giorni. Forse le misure che sono state messe in campo, soprattutto il distanziamento cosiddetto sociale, l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, evitare assembramenti, lo dico a tutti i giovani che ci ascoltano, così come lo dico ai miei figli, sono decisivi e loro possono essere più di prima la chiave per darci una mano a continuare in quest'opera incessante di contenimento, nel tentativo di sconfiggere questo nemico.