La Basilicata non ha alcuna intenzione di chiudere i propri confini, ma certo non vuole vedere vanificati i risultati finora raggiunti nel contenimento del contagio. Da una settimana ormai, per aggiornare il bollettino epidemiologico della regione, bastano le dita di una mano, sempre ammesso che ci si muova dallo zero. Aiutano certo le dimensioni, ma parte del merito va anche riconosciuta alle misure drastiche, e inizialmente criticate volute dal governatore Bardi. Un lockdown rigorosissimo che non poteva certo risparmiare i sassi di Matera, sempre più simbolo di una regione che sul turismo, prima ancora che sul petrolio aveva iniziato a costruire la propria ricchezza. Noi venivamo, io dico da un decennio, non solo un quinquennio, di crescita costante. Negli ultimi cinque anni sono stati particolarmente sostenuti come crescita dei numeri e dei valori del turismo lucano, in particolare con la volata che ha attirato Matera capitale europea della cultura. Quindi questa interruzione improvvisa è senz'altro un colpo terribile. Ed è proprio da qui, dal turismo che dovrà partire la fase due con determinazione, ma senza fretta, sottolinea il prefetto di Matera, Rinaldo Argentieri, che contro il covid ha combattuto per un mese in ospedale. Immagino una ripresa graduale per settori economici anche per aree geografiche, e questo lo decideranno gli esperti e sapranno suggerire al Governo le soluzioni migliori, però, primo punto la salvaguardia della vita e della salute di tutti noi.