Il team di infermieri prende confidenza con le nuove apparecchiature appena installate, questa è una delle 33 camere di degenza già disponibili su un totale di 55. Siamo all'interno del Covid Hospital di Verduno, nel Cuneese, struttura nuovissima, ma dalla storia tormentata, aperta a tempo di record per far fronte a quest'emergenza sanitaria. Martedì mattina qui arriveranno i primi 20 pazienti. Sono pazienti non acuti, sono pazienti stabilizzati, ma che necessitano ancora di ospedalizzazione. Ospitandoli, si consentirà di liberare molti posti letto che negli ospedali necessitano di essere occupati da pazienti acuti. Questo è il reparto più importante, ci sono 3 letti di terapia intensiva e 9 di subintensiva. Qui tutto è nuovo, ecco i ventilatori polmonari, sono di ultima generazione, appena arrivati dalla Germania, il costo varia dai 15.000 ai 25.000 euro a macchina, ma il problema non sono né gli spazi, né i macchinari in questo momento, il problema vero è il personale medico e infermieristico che scarseggia, come ci spiega il dottor Giuseppe Cornara, responsabile della terapia intensiva, era andato in pensione a luglio. Perché ha deciso di tornare a lavoro? Onestamente, a casa, in questi momenti, mi sarei sentito un po' un disertore. Anche se mio figlio mi diceva: “Tu non sei un disertore, tu sei un soldato che ha già combattuto”, pure dentro c'era questo sentimento di rinuncia, di mancanza, di insufficienza in un momento di difficoltà. Abbiamo già visto tanti medici giovani, giovanissimi, neolaureati, pieni di volontà, di entusiasmo e di voglia di fare, toccherà a noi proteggerli, aiutarli a prendere le precauzioni utili a sé stessi e agli altri per non infettarsi e poter continuare a curare i pazienti che non dobbiamo infettare e che dobbiamo comunque proteggere.