Dal 18 di maggio riaprono i musei italiani. La fila è uno dei luoghi più critici per questa emergenza sanitaria. Come pensate di risolvere l'ingresso? Ci saranno proprio demarcazioni per le persone che stanno aspettando, però non è pensabile di far fare la fila alla gente. Ci vogliono sistemi informatici. Quanti soldi sono stati persi dal museo deve degli Uffizi in questo periodo di pandemia? Due mesi di chiusura proprio a marzo aprile con la stagione di Pasqua, sono oltre 10 milioni di euro. Che cosa significa per un grande museo non avere più tutti questi fondi a disposizione? Per il momento significa solo che dobbiamo ridurre i nostri programmi, però noi non cancelliamo niente, tutte le mostre alle quali stiamo lavorando, saranno inaugurate. Sarà difficile evitare gli assembramenti delle sale cosi popolari come questa, del Botticelli. Grazie al nuovo allestimento, c'è molto più spazio intorno ai singoli capolavori, qui possiamo garantire anche 30 40 persone di stare davanti e ammirare le opere è ovviamente necessario indicare dove si può stare perché altrimenti, essendo così affascinato dall'opera d'arte, tendenzialmente si dimentica tutto, quello che c'è intorno, comunque, l'altro fattore importante è di scaglionare gli ingressi. Tecnicamente ci sono già anche numeri massimali, però non abbiamo quasi mai dovuto implementare nemmeno prima. Quindi adesso è un problema praticamente teorico. Gli Uffizi sono un museo che finalmente può essere un modello per una fruizione più tranquilla, più approfondita. Ora, con frontiere chiuse si dimezza, praticamente il pubblico anche all'interno di musei. Però non sarà così tutti i giorni perché durante il fine settimana aspettiamo più italiani. Abbiamo chiesto di indicare un'altra significativa di questo periodo, e lei ha scelto la Medusa del Caravaggio. Perchè ? È un'opera che fa paura, è stato dipinto per far paura. Sembra che la Medusa segua gli spettatori con gli occhi. Bisogna guardare negli occhi quello che ci fa paura e andare avanti.