Continua a scendere la curva dei contagi e lo fa molto lentamente, una flessione graduale che rende ancora più evidente quello che da tempo già sappiamo. Il Coronavirus non scomparirà da un giorno all'altro e dovremo imparare a conviverci ancora per un po'. Sulle modalità continuano a confrontarsi gli esperti della task force guidata da Vittorio Colao, ma qualche punto fermo già c'è, come l'applicazione di tracciamento del contagio, considerata uno dei pilastri della cosiddetta “fase due”. Si chiamerà “Immuni”, sarà scaricabile sul telefono su base volontaria, sarà basata sulla tecnologia Bluetooth e avrà principalmente due funzioni: quella di rintracciare le persone con cui siamo entrati in contatto, ricostruendo la cronologia dei nostri spostamenti, e quella di creare un registro sullo stato di salute delle persone che hanno aderito al progetto. Fin qui le certezze che, però, aprono spiragli per nuove domande. I responsabili delle due società che hanno sviluppato l'app, Bending Spoons e Milano Jakala, che abbiamo provato a contattare, per il momento preferiscono non parlare. Abbiamo così coinvolto in forma anonima un esperto di sicurezza informatica che ci ha dato qualche spunto in più su cui riflettere. La prima questione è dove verranno conservate tutte queste informazioni e di che tipo saranno. Finiranno in un server? Una sorta di magazzino virtuale? Questo aprirebbe inevitabilmente un problema di privacy, così come la possibilità di adattare questa tecnologia, basata, come detto, sul Bluetooth, anche alla geolocalizzazione, sistema che dà la possibilità di sapere dove si trova una specifica persona e in che momento. Altro aspetto, sempre relativo alla privacy: se una persona entra in contatto con un'altra positiva al Coronavirus, come verrà avvisata? Con una notifica? Un SMS? Ancora non si sa. Un'ultima questione ha a che fare con il numero di persone che dovrebbero scaricare questa app per rendere i dati raccolti efficaci nel contrasto alla pandemia, il 60% della popolazione, numeri ambiziosi cui è arrivata la Corea del sud, sempre citata come esempio, ma non Singapore. Come si comporterà l'Italia è presto per dirlo.