Un'ipotesi che ha già scatenato non poche reazioni e polemiche. Alla Camera il Premier Conte, pur ricordando che siamo ancora dentro la pandemia e che la fase 2 sarà una fase di convivenza con il virus e non di liberazione, parla di possibile riapertura, in modalità sperimentale, di nidi, scuole dell'infanzia, centri estivi e altre attività ludiche ed educative. Il piano del governo elaborato dai Ministeri di Istruzione e Infanzia sarebbe pronto e in procinto di essere presentato al Comitato Tecnico Scientifico. La sperimentazione potrebbe iniziare a giugno, riguarderebbe bambini fino ai 6 anni che verrebbero divisi in micro gruppi di 6 bimbi al massimo. Nessun giocattolo da casa e il maggior tempo possibile da passare all'aperto. Assolutamente contrario lo scienziato Stefano Merler che parla di rischio più che concreto di rialzo dei contagi. Consideriamo solo le infezioni che possono nascere all'interno del mondo della scuola, cioè ignoriamo il fatto che potrebbero esserci dei problemi sui trasporti, i nonni, eccetera, no, guardiamo solo le scuole. Solo così R0 va nel range intorno a 1 e 3. Dello stesso parere anche l’Assessore al Welfare della Regione Lombardia, Gallera “Essendo a maggio” dice “è meglio che l'anno scolastico finisca, anche perché” aggiunge “i ragazzi non è che non si ammalano, lo gestiscono in maniera molto leggera, ma sono comunque dei vettori del virus”. Ripartire entro un mese, invece, la proposta di Stefano Parisi. Come? Attraverso il suo progetto: Ricostruire. Se noi reagisci tutto quello che sta succedendo con gli schemi vecchi, noi rischieremmo di non aprire mai e rischieremmo di avere un disastro dal punto di vista economico. Chi ci dice che il 3 settembre noi abbiamo una situazione tale per cui i virologi ci dicono: riaprite.