A marzo e aprile 2020, i mesi più drammatici dell'emergenza coronavirus sono stati oltre 45.000 morti in eccesso rispetto alla media degli ultimi anni. Non solo, i decessi per Covid-19 dal 20 febbraio al 31 maggio, secondo lo stesso rapporto, sono stati il 10% dei totali nello stesso periodo. È quanto si legge nel rapporto prodotto congiuntamente dall'Istat e dall'Istituto Superiore di Sanità sull'impatto del Covid sulla mortalità in Italia. Nei momenti più caldi della pandemia molti lo hanno detto, i conti si faranno alla fine, perché è evidente che la cosiddetta sorveglianza integrata del Covid-19 non poteva che produrre numeri sottostimati e infatti di questi 45.186 morti del sotto periodo in esame solo 28.282, cioè il 63%, sono considerati decessi da Covid-19. Secondo la sorveglianza integrata per tutti gli altri c'è solo una certezza che siano un eccesso rispetto alla media. A maggio, si legge anche nel report Istat, si è esaurito il drammatico eccesso di mortalità dei mesi di marzo e aprile 2020 grazie alle misure di prevenzione non farmacologiche messe in atto. La minore mortalità complessiva nel mese di maggio 2020 è verosimilmente legato a un fenomeno le cui conseguenze si manifestano con un po' di ritardo, noto come al harvesting, mietitura. L'impatto del Covid-19 avrebbe causato, nelle persone con condizioni di salute compromesse, l'anticipazione delle morti che sarebbero comunque avvenute a breve.