Prima indossano guanti e tuta protettiva, poi calzari e altri guanti di gomma più spessa. In più, occhiali a fascia. La vestizione è un aspetto fondamentale per il nucleo disinfettivo dell'esercito e deve essere eseguita con cura. La squadra è composta da 4 persone e un coordinatore che prima dell'intervento tiene una breve riunione per spiegare al team come muoversi. “Partiremo dal fondo della struttura verso l'uscita, quindi movimento retrogrado. Mi raccomando la nebulizzazione, sempre dall'alto verso il basso, a cercare di saturare il più possibile l'ambiente.” Siamo a Collegno, a due passi da Torino, e questa è la Clinica della Memoria, una struttura terminata due anni fa, pensata per i malati di Alzheimer e mai ancora utilizzata. Per questa emergenza saranno messi a disposizione 20 posti letto in 10 camere nel reparto dedicato alla Rsa, ma prima di poter ospitare i pazienti Covid viene fatta una disinfezione preventiva che si articola in due fasi. “Innanzitutto, operiamo una fase di detersione degli ambienti, utilizzando sali di ammonio quaternari che hanno lo scopo di pulire e rimuovere lo sporco da tutte le strutture e hanno anche una funzione di attivatore nei confronti delle sostanze che andiamo a utilizzare subito dopo per la fase di disinfezione, ossia l'ipoclorito di sodio, la candeggina insomma, che ha lo scopo di rimuovere e uccidere gli agenti biologici con funzione cosiddetta biocida.” Dopo la sanificazione degli ambienti interni vengono disinfettate anche le aree comuni esterne, usando un macchinario che assicura uno spruzzo più potente. In questo caso, però, si usa solo il detergente a base di candeggina. Un'ora e mezzo di lavoro e poi bisognerà far arieggiare e attendere che l'azione biocida del prodotto faccia effetto. “I prossimi giorni inseriremo i primi pazienti Covid provenienti dai nostri reparti ospedalieri, quindi si è pensato di fare questa operazione particolare per rendere la struttura particolarmente sicura. I pazienti sono solo Covid positivi, anche se a bassissima complessità perché sono già dimessi dagli ospedali, ma non sono ancora in grado di andare a casa. Una sorta di quarantena prima di tornare alla vita sociale.”.