Assessore, ieri una lieve ripresa dei contagi. Ormai è Pasqua. Lei teme che i cittadini possano aggirarle le prescrizioni? “Questo è un timore che è costante ed è per questo che lanciamo continuamente l'appello a non muoversi perché proprio il dato di ieri ci conferma che quando cala un minimo di tensione vi è subito una ripresa. È un virus subdolo”. Lei ha mai avuto paura che potesse accadere qui nel Lazio quanto accaduto in Lombardia? “Io posso dire questo, che il primo protocollo operativo in questa regione è del 21 gennaio, la prima riunione che noi abbiamo fatto con tutto il personale del servizio sanitario, tutti gli operatori del pronto soccorso, gli Ordini dei medici è del 24 gennaio, quando in Italia si parlava poco del Covid-19. Ovviamente noi l'abbiamo fatta perché abbiamo qui intercettato i casi della coppia cinese, poi guarita, allo Spallanzani, e questo ha allertato il sistema. Ma, ecco, questo per noi è stato la tempestività un elemento assolutamente prioritario. Nelle epidemie non ci sono questioni legate alla casualità. Ci sono questioni legate alla scienza, ci sono questioni legate a metodi organizzativi. Io debbo dire, senza nulla togliere ovviamente a tutti gli altri, che qui c'è una squadra consolidata, c'è un'esperienza importante”. Ha abbandonato l'idea di testare tutta la popolazione? “C'è stato un lavoro che è stato svolto dallo Spallanzani, in collaborazione con Tor Vergata, un lavoro che ha riguardato sostanzialmente due cluster. L'indicazione che ci viene data è quella di concentrarsi su alcune grandi categorie: sicuramente tutto il personale sanitario, case di riposo e le forze dell'ordine. Sicuramente - questo già lo posso anticipare - riguarderanno il test sierologico per tutti i dipendenti del settore sanità”. Quindi per il momento possiamo dire che ci si rivolge innanzitutto ad alcune categorie. “Ci si rivolge innanzitutto ad alcune categorie, però parliamo di molte decine di migliaia di persone, anzi direi nell'ottica di 2 - 300 mila unità, per cui siamo parlando di test epidemiologici su vasta scala”. Dal punto di vista economico, come ci si sta organizzando per la fase 2? Come si ricomincerà? “Allora, l'economia è collegata diametralmente, diciamo, a questo virus, per cui più si contrasta il virus e più c'è possibilità di una ripresa. Per noi la lettera fondamentale è R, che è il coefficiente di riproduzione. Noi dobbiamo il più possibile avvicinare questo R a R zero, per cui avere sicurezza che non ci possa essere una nuova diffusione del virus, e su questo stiamo lavorando. Come sarà? Noi avremo un periodo con cui dovremo convivere con questo virus in attesa del vaccino. Convivere significa innanzitutto conoscere, innanzitutto applicare tutte le disposizioni che abbiamo conosciuto in queste settimane: il distanziamento sociale, che va mantenuto, il lavoro a distanza, lì dove è possibile, andrà mantenuto, il controllo della temperatura in tutti gli ambienti di lavoro e in tutti gli ambienti... in luoghi chiusi, che dovrà essere costante, e anche poi queste indagini epidemiologiche su vasta scala che aiuteranno a comprendere la diffusione del virus”.