Le voglio chiedere se è possibile, in base ai dati che abbiamo, tracciare una sorta di identikit dei nuovi casi, cioè capire quando si sono contagiati, per esempio, che sarebbe molto importante, dove si sono contagiati, si sono contagiati durante il lockdown o dopo le aperture? Tutti questi dati, noi li abbiamo? Allora, abbiamo una visione che ci dà un'idea – direi – abbastanza precisa. Partiamo da una riflessione: indubitabilmente la Lombardia, di tutte le Regioni italiane, è stata quella maggiormente investite dal fenomeno, se a questo aggiungiamo che è anche la Regione a maggior densità di popolazione, ricordiamo tutti che dei 60 milioni di italiani, circa 11 milioni risiedono in quella Regione, e se teniamo conto che, come regola generale, tutte le epidemie hanno una salita rapida, fino a quella che potremmo definire l'acme, ma la discesa è molto più lenta e la pendenza, quindi, è meno ripida rispetto a quella dell'ascesa, troviamo facile spiegazione ai numeri cui ho fatto prima riferimento. La maggior parte dei contagi si osservano in ambito familiare, e poi dobbiamo anche tener presente che qualcuno viene a essere identificato anche in virtù dei test sierologici che vengono ad essere effettuati, infatti, un soggetto che dimostri positività per gli anticorpi, contro il nuovo coronavirus, viene poi a essere sottoposto al tampone, magari anche se completamente asintomatico, e si riscontra una positività in questo ambito. Mettendo assieme tutti i tasselli, cui ho fatto brevemente menzione, abbiamo un identikit abbastanza preciso da che sorgente originano la maggior parte dei contagi e perché i numeri più elevati provengono ancora dalla Lombardia. Professore, sul quando si siano contagiati, possiamo avere qualche elemento in più, lo abbiamo? Tenga presente che il tempo medio di incubazione del nuovo coronavirus è tra i 5 e i 7 giorni, qualcuno ha dei tempi di incubazione, magari, un pochino più lunghi, però certamente non possiamo pensare che sia un fenomeno che risale a diverse settimane fa.