Verità e giustizia per le vittime delle Rsa durante l'emergenza Coronavirus, ma anche per chi è al momento all'interno delle residenze assistite per anziani. Richieste ribadite dalle famiglie delle vittime nel giorno della nascita dell'associazione “Felicita” che unisce i parenti dei deceduti all'interno delle strutture finite nelle inchieste avviate dalla Magistratura. E, come primo atto, la neonata associazione ha depositato un esposto che ha già raccolto l'adesione di oltre 150 familiari per offrire all'autorità inquirente il quadro complessivo delle evidenze raccolte in questi due mesi dal Comitato Verità e Giustizia. “Ci batteremo contro ogni tentativo di scudo penale per le Amministrazioni sanitarie delle Rsa” ha detto il Presidente di Felicita, Alessandro Azzoni. “Qualsiasi forma di immunità penale per i vertici delle strutture impedirebbe di accertare i fatti e di arrivare a verità storiche. Impedirebbe, dunque, di avere giustizia.” Ha poi aggiunto: “Costruire un muro della memoria online sarà il secondo passo per ricordare i propri parenti.” E se i magistrati milanesi hanno ipotizzato le accuse di epidemia colposa e omicidio colposo per i vertici delle Rsa sotto indagine, i parenti chiedono di procedere, tra le altre, anche per disastro sanitario, disastro ambientale e omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. “Disastro sanitario è una dicitura prevista dalla giurisprudenza e dalla dottrina all'interno del reato di epidemia” ha spiegato l'avvocato Luigi Santangelo. Intanto, i sindacati lombardi, CGIL, CISL e UIL, hanno avviato una mobilitazione di tre giorni con un presidio sotto il Palazzo della Regione Lombardia per un nuovo Patto per la salute. L'emergenza sanitaria, si legge in una nota, ha messo in luce tutte le carenze della sanità lombarda e l'esigenza di più sanità pubblica e di più medicina del territorio e di maggiore tutela per i lavoratori del sistema sanitario e sociosanitario. La gestione istituzionale - si legge ancora nella nota - è stata per molti aspetti cruciali tardiva. Se il sistema ha retto, concludono i sindacati, lo si deve solo all'impegno e alla dedizione di tutti i lavoratori del settore.