Il DAP (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria) non fornisce i dati ufficiali sui malati Covid nelle carceri italiane, ma l'OSAPP (Sindacato di Polizia Penitenziaria), denuncia una situazione allarmante negli istituti di detenzione del nostro Paese, con numeri che potrebbero esplodere. Trecento agenti e duecento detenuti positivi al Coronavirus. Il Carcere di Torino, il Lorusso Cotugno, è in testa a questa spiacevole classifica, con 58 detenuti e 10 agenti positivi, più 30 sospetti in isolamento volontario che ancora attendono il tampone. Poi c'è Verona con 33 detenuti e 17 agenti. Al terzo posto le due carceri di Milano: San Vittore: 11 detenuti e 12 agenti e Opera: 9 detenuti e 8 agenti. Questa è la denuncia shock del Segretario dell'OSAPP, Leo Beneduci: Nelle carceri i italiane c'è troppa promiscuità tra i detenuti e di conseguenza anche gli agenti sono sottoposti a questi rischi. Sono aumentati, in questo momento, le effusioni, abbracci e baci, tra i detenuti, da quello che ci dicono i colleghi, e questa, chiaramente, è un'ulteriore condizione di rischio. Si teme che questo avvenga perché si cerca di acquisire un contagio, una positività tale da permettere l'uscita dal carcere. C'è da dire che anche in questo momento sono usciti circa 400 detenuti da AS (Alta Sicurezza), di cui qualcuno addirittura AS3 nonché addirittura detenuti del 41 Bis che si applica nei confronti dei boss della criminalità organizzata. Dite che i detenuti, in questo momento, cercano un contatto fisico, un abbraccio, bevono, magari, dallo stesso bicchiere, proprio per infettarsi, per uscire? Ad esempio, c'è anche questo ed è però un rischio non solo per i detenuti e per quelli che stanno con loro, ma anche un rischio per il personale di Polizia Penitenziaria e poi diventa un rischio per la collettività, perché i detenuti escono e quindi rischiano d'infettare anche altri soggetti. C'è stata una sottovalutazione, secondo lei, dell'emergenza sanitaria nelle carceri? C'è stata una sottovalutazione palese e questo dimostra perché, anche se non in tutti gli istituti, in alcune zone d'Italia, pur se ampiamente contagiate, non si verifica il contagio in carcere e viceversa.