Cartelle cliniche sequestrate, perquisizioni e acquisizioni di atti al Pio Albergo Trivulzio, dove qui stamattina è arrivata la Guardia di Finanza e non solo, alla Sacrafamiglia di Cesano Boscone, in una residenza per anziani di Settimo Milanese. La mancata fornitura dei dispositivi di sicurezza per il personale e le minacce ai dipendenti che utilizzavano le mascherine e le morti da febbraio ad oggi, i punti su cui l'inchiesta dovrà fare chiarezza. Giuseppe Gallicchio, il direttore della più famosa residenza per anziani milanesi, il Pio Albergo Trivulzio, è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di epidemia colposa e omicidio colposo. La struttura che conta il più alto numero di decessi, quasi 150, è al centro dell'indagine. A difendere il Pio Albergo Trivulzio, una novantina di medici che una lettera scrivono: “Il 23 febbraio le mascherine erano state distribuite al personale ritenuto a rischio”. Diversa la versione di alcuni infermieri e operatori sanitari che raccontano di essere stati costretti a toglierla fino a metà marzo. Due le segnalazioni inviate dai sindacati alla Direzione per sollecitare l'utilizzo di dispositivi di sicurezza. L’11 marzo prima, il 16 marzo poi, 11 giorni dopo, il 27 marzo, i Sindacati hanno diffidato la struttura per le misure di prevenzione e gestione dell'emergenza Covid. Documenti che finiranno al vaglio della Magistratura, impegnata, anche, in altri filoni di indagine. Almeno una dozzina sulle diverse Rsa. Indagini destinate ad allargarsi. Dal Don Gnocchi, i cui vertici parlano di accuse infondate e per cui ci sono già 4 indagati, alle Rsa dei quartieri milanesi di Affori, Corvetto, Lambrate. Indaga la Procura di Milano e indaga la Procura di Lodi su almeno altre due strutture. Sono migliaia i decessi registrati nelle residenze per anziani lombarde.