Speriamo che l'annunciato decreto legge Rilancio, tenga i provvedimenti attesi da questi settori sui temi degli indennizzi per le imprese obbligate a chiudere, sul tema delle locazioni commerciali, sul tema delle moratorie fiscali. I ristoranti italiani hanno, in media, una superficie di 90 mq e 62 posti a sedere. Dopo due mesi di chiusura ci si prepara a riaprire. Alessandro Roscioli, fino all'11 marzo, faceva 280 coperti al giorno, se dovesse fare il doppio turno, con i 4 metri quadrati a cliente, arriverebbe forse a 35. Passerei in due aree, questa che vedete, passerei dal dal mettere 10 o 12 persone a metterne 2. Alla fine, questi protocolli o queste queste misure che loro stanno cercando di mettere in piedi, tengono al riparo dall'emergenza sanitaria, ma si ritroveranno a contare tanta gente che andrà per forza di cose, ma non per una scelta dell'imprenditore, ma perché il sistema li mette alla porta. Nel mio caso, se dovesse essere questa la situazione, mi ritroverei ammettere mettere alla porta più di 20 persone. Stesso discorso a Venezia, dove in Piazza San Marco c'è Quadri, uno dei ristoranti di Raffaele Alajmo. Disparità. Nei mezzi pubblici hanno l'occupazione, perché nei ristoranti non può esserci? Loro, dicono che nel mezzo pubblico uno sale e scende, ma se salgo a Venezia e scendo a Roma, non è che salgo e scendo e a Venezia stessa, se prendo un vaporetto a Piazzale Roma e voglio andare all'Arsenale ci sto 45 minuti, se vado a San Marco posso impiegare anche un'ora. È uguale a come andare a mangiare, solo che hai una persona sì e una no seduta. Siamo qua, stiamo facendo di tutto (take away e delivery), tutto stiamo facendo pur di salvare le aziende, ma ci devono ascoltare e darci la possibilità di lavorare. Ad oggi, rischiano la chiusura 50 mila imprese su 300 mila e 350 mila persone su 1 milione e 200 mila. Stiamo organizzandoci, caseifici aperti, cantine aperte. Apriamo tutto. Apriamo tutto, venite da noi e vedrete che vi faremo stare bene, almeno la Food Valley, vi faremo girare con le Ferrari e le Maserati nel circuito e mangeremo del Parmigiano Reggiano con un aceto di 50 anni. Devo dire la verità, mi aspetto poco come aiuto. Ci sarebbero delle cose importanti, tipo un minimo di liquidità sul parametro dei fatturati, una cassa integrazione che vada avanti. Siamo pronti: mascherine, tanto gel, no guanti, perché i guanti sono dannosi, del doppio turno, le distanze tra i tavoli. Abbiamo tutto. Noi italiani, siamo bravi a maneggiare l'irrazionale. È questo che farà la differenza nella riapertura.