Forbes ci aveva appena inserito come la meta più ricercata in campo enogastronomico e in campo turistico al mondo e quindi immagina il ritorno di immagine che ne avremmo avuto. Sarebbe stato un anno straordinario per il turismo sull'isola, con nuovi arrivi anche da oltreoceano grazie anche a quella classifica della rivista americana che vedeva la Sicilia come meta seconda al mondo soltanto al Lake Powell dello Utah, invece, tra i esiti spettacolari indicati da Forbes, dalla Valle dei Templi, all'Etna, passando per le chiese barocche, i percorsi arabo normanni, nei prossimi mesi potranno aggirarsi solo visitatori locali. Un turismo autoctono che non permetterà di sostenere le spese alla maggior parte delle strutture. Chi vive di turismo, quindi: B&B, gli alberghi o anche gli stabilimenti balneari che lavorano, appoggiandosi a delle strutture turistiche, naturalmente dovranno attendere il movimento dei turisti che, se è fatto, solo all'interno della Sicilia riesce a contenere il contagio, ma non permette assolutamente di produrre un minimo di liquidità effettivamente utilizzabile da parte dei gestori. Se i dati sono drammatici sul territorio nazionale, rischiano di essere catastrofici in una regione con livelli record di disoccupazione e povertà, già prima dell'epidemia. Molti di questi probabilmente non potranno dare seguito né ai dipendenti, né tanto meno alle loro attività, perché la situazione è veramente disastrosa. Non abbiamo avuto, se non per la cassa integrazione, degli aiuti concreti. Abbiamo avuto solo, praticamente, degli inviti ad indebitarci ulteriormente e quei 600 euro che mi è sembrata anche un'offesa rispetto al lavoro che produciamo. In questo momento ci si sta dividendo tra chi rimane in attesa di un aiuto dall'alto, chi invece cerca di darsi da fare. Qual è il suo consiglio? È arrivato poco o nulla di concreto per cui io sono del parere che bisogna industriarsi, cercare delle soluzioni alternative. La critica deve diventare ed essere sempre costruttiva, altrimenti è una polemica sterile.