I casi sono in aumento e inevitabilmente torna la paura, l'indice di contagio è salito in Emilia Romagna, Lazio e Veneto, dove il governatore Zaia, invoca addirittura il TSO, o la carcerazione. per chi non rispetta le misure. È furioso e ne ha motivo, dal momento che l'imprenditore vicentino che è rientrato in Italia dai Balcani e ha rifiutato il ricovero, ha provocato un focolaio di ritorno. "Non esiste che un positivo vada in giro a prescindere" dice e ora annuncia misure più severe. Il rischio è che, ridotta la diffusione in Italia, il virus ora rientri dall'estero, dai Paesi dove ancora l'emergenza è alta, come quelli dell'ex Jugoslavia o dalla Bulgaria, da dove arrivano alcuni degli abitanti dei caseggiati di Mondragone, dove si è verificato un altro focolaio, ora risolto. Per questo motivo, a Roma da lunedì, ha annunciato l'Assessore alla Sanità del Lazio Alessio d'Amato, saranno eseguiti tamponi a tappeto sui componenti della comunità del Bangladesh, tra cui si sono registrati alcuni positivi. E la regione ha anche chiesto agli aeroporti di Roma di stringere i controlli su chi arriva dal Paese asiatico. Il richiamo a tenere alta la tensione arriva dall'OMS, che ha invitato i governi a svegliarsi e impegnarsi nella lotta. Ed è il report settimanale del monitoraggio Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, che mostra come l'infezione sia sotto controllo, anche se i contagi aumentano. Il viceministro alla salute Sileri ripete che è importante non farsi prendere dalla paura e tenere sotto controllo i focolai che, ripete, erano attesi. Ogni focolaio è una battaglia, più o meno impegnativa, a seconda della grandezza del focolaio. Vinciamo le battaglie controllando i focolai e facendo sì che il virus da quel focolaio non si estenda altrove. "La partita non è vinta", ha commentato il Ministro della Salute Roberto Speranza, "ma i numeri ci segnalano che la curva è stata significativamente piegata". Anche nel Lazio aumentano i casi, dopo i bimbi al centro estivo, oggi positivo anche un neonato, nonostante gli esperti continuino a non trovare una posizione comune, l'imperativo, invece, lo è sicuramente: non abbassare la guardia.