I carabinieri lo hanno avvistato di fronte alla costa, la corrente ha trascinato, quasi fino a riva, il corpo senza vita di un uomo, forse l'ennesima vittima di un naufragio che tentava di raggiungere dall'Africa l'Europa lungo la rotta migratoria più letale in cui, secondo l'OMS, si registra il 45% del totale dei migranti morti e dispersi nel mondo nel 2022. Quasi 25 mila sono le vittime gli ultimi otto anni. Con il mare calmo e le condizioni meteo favorevoli, barche e gommoni sono partiti di continuo nelle ultime due settimane. Nonostante i continui trasferimenti restano difficili le condizioni nell'hotspot con 1200 persone, fronte di una capienza di poco più di 350 posti. Intanto hanno ripreso le missioni di ricerca e soccorso la Ocean Viking, di SOS Mediterranee, che sabato a Ravenna ha portato i 113 migranti soccorsi a Natale e la Geo Barents di Medici Senza Frontiere che mercoledì ha sbarcato a Taranto gli 85, salvati nella notte tra l'1 e il 2 gennaio. Anche questo soccorso è avvenuto prima dell'entrata in vigore del decreto migranti. Nessuna sanzione, dunque, per Medici Senza Frontiere, l'organizzazione a cui, per l'impegno umanitario, nel 99 è stato assegnato il Nobel per la pace. Contro il provvedimento voluto dal Governo per limitare le missioni nel Mediterraneo, le organizzazioni umanitarie firmano un appello congiunto, denunciano il rischio che naufragi e morti aumentino. Ricordano che sia in terra che in mare si occupano di salvare chi fugge da guerre e carestie, da fame e povertà e che ogni operazione è già regolamentata da un vaso quadro giuridico internazionale.