Siamo arrivati a Bergamo e lì abbiamo trovato delle cose che forse in televisione non avevamo capito. L'impatto emotivo è stato forte soprattutto nel primo turno che ho fatto, poi pian pianino vedendo le mie colleghe di Bergamo e una serie di cose, tutti a correre, tutti a dare particolare importanza per ore ed ore a questa cosa, anche, insomma è passato tutto in secondo piano. Ho trovato una pianificazione saltata, ho trovato quello che ho studiato nei libri non corrisposto, ho trovato persone con il terrore negli occhi. I malati, chi li doveva assistere era preoccupato però aveva la grande responsabilità di sorridere addirittura, e quindi abbiamo sorriso ai pazienti. Io avevo già visto delle persone con grandi problemi respiratori nella mia carriera, ma non così tante e non così in pericolo di vita. Molte, moltissime di queste persone non ce l'hanno fatta. Io mi sono trovato in turni che ho visto due persone nel mio turno morire, e il giorno dopo quando ritornavo mi davano la consegna, chiedevo ma il paziente di quella stanza o di quel letto dov'è andato. A volte non mi rispondevano neanche. Ha mai avuto paura? Sì la paura non mi ha mai abbandonato anche adesso devo dire che ho i miei timori che ci sono, io ho anche una famiglia, ho due figli, quindi sono timori che si allargano un pochettino e vanno oltre la mia persona. Il primo giorno, il primo turno ho avuto tanta paura. Poi è passata in secondo piano.