"Ha preso le sue buste ed è sceso, passandoci davanti. Abbiamo riconfrontato per sicurezza con le foto che circolavano e abbiamo detto: è lui". "In quel momento a terra non ha detto nulla, è stato collaborativo. Nel condurlo presso gli uffici Polfer, gli ho mostrato un fotogramma che lo ritraeva appunto la sera dell'accoltellamento, ho pronunciato la parola Roma e ha annuito, semplicemente ha annuito ...". Il vicebrigadiere Filippo Consoli e l'appuntato Nicoletta Piccoli, marito e moglie, raccontano così l'arresto di Aleksander Mateusz Chomiak, il 24enne senzatetto polacco, accusato di tentato omicidio per aver accoltellato una turista israeliana, alla stazione Termini di Roma. I due Carabinieri, fuori dal servizio, lo hanno trovato alla stazione di Milano su un treno diretto a Brescia. Erano a bordo anche loro, per tornare a casa dopo una giornata di lavoro. Quando Chomiak si è accorto di essere stato riconosciuto, è sceso dal vagone, ma i due Carabinieri con l'aiuto della Polizia Ferroviaria, lo hanno subito fermato. Con sé aveva due coltelli, uno probabilmente con tracce di sangue e un taglierino. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l'arresto dell'uomo. "Il mio assistito, Chomiak, ha deciso di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari e si dichiara estraneo ai fatti, anzi dichiara di... sì estraneo ai fatti, di non essere con ogni probabilità, neanche transitato da Roma Termini il 31 di dicembre, in quanto non aveva alcuna necessità di andare a Roma Termini quel giorno". Gli inquirenti lo ritengono pericoloso e hanno definito le sue risposte perfettamente lucide ma generiche e contraddittorie, tanto che lui stesso avrebbe ammesso di essere stato identificato per un furto in un bar il 27 dicembre. Identificazione che ha consentito il riconoscimento certo. L'uomo si trova nel carcere di San Vittore, il fascicolo potrebbe essere trasferito a Roma, dove nel frattempo si trova in ospedale la turista israeliana. È la fine di un incubo, ha detto la madre, commentando l'arresto.