Nuovo ricorso di Alfredo Cospito, questa volta alla Corte Europea dei Diritti Umani. L'anarchico in regime detentivo di 41 bis e per questo dal 20 ottobre scorso in sciopero della fame accusa l'Italia e nella fattispecie la Corte di Cassazione di aver violato il suo diritto a non essere condannato a una pena all'ergastolo, che non era prevedibile alla luce della Giurisprudenza, quando ha compiuto i fatti per i quali è stato condannato. Nel corso del processo per l'attentato alla caserma dei Carabinieri di Fossano l'anarchico è stato condannato prima per strage e quindi, dopo la pronuncia della Cassazione, per strage politica articolo 285 del Codice Penale. "Per la prima volta dopo 40 anni di Giurisprudenza consolidata, la Corte di Cassazione ha ritenuto di poter ampliare il perimetro applicativo di questo che è il reato più grave del nostro ordinamento giuridico. Lei consideri che i principali fatti stragisti compiuti in Italia, dalla strage di Piazza Fontana a quella di Bologna, quella che ha portato all'uccisione del Giudice Istruttore Chinnici, a Falcone e Borsellino, alle stragi commesse nel 93 a Firenze a Roma neanche in quel caso è stato ritenuto integrato il 285, ci sono state due misure esagerate, una è il 285 di cui parlavamo, l'altra è stata l'applicazione del 41 bis. In entrambi i casi di applicazione del perimetro operativo, Cospito diventa un esempio di ciò che può capitare se si commettono determinate condotte". La difesa ora spera che una sentenza favorevole dei Giudici della Corte Europea porti alla riapertura del processo, eventualità possibile sulla carta, grazie alla Riforma Cartabia, articolo 628 bis del Codice di Procedura Penale, Rescissione del Giudicato.