Guarire dal covid e allo stesso tempo dover imparare di nuovo a vivere, a respirare autonomamente, ma anche ad alzarsi dalla sedia, a fare un gradino a memorizzare e riconoscere forme e colori. Sono numerosi i postumi della malattia, tanto che circa il 20% dei pazienti ospedalizzati necessita di una riabilitazione. Nelle 30 stanze del reparto di riabilitazione covid dell'ospedale San Raffaele Turro di Milano, il primo nato in Italia durante la prima ondata e che accoglie anche pazienti ancora positivi sono passati finora più di 250 persone. - Il covid è una malattia che ci ha messo di fronte a una serie di situazioni cliniche inaspettate. Non è semplicemente una polmonite virale con un singolo interessamento polmonare, La riabilitazione deve essere a 360 gradi, con una parte di riabilitazione cognitiva, una parte di riabilitazione motoria e anche c'è il problema del forte calo di peso. Molti pazienti perdono addirittura tra il 10 e il 20% del loro peso corporeo. - La prima fase della riabilitazione è quella della stabilizzazione clinica del paziente. L'obiettivo finale è quello di recuperare la propria autonomia grazie al supporto di un'équipe medica composta da neurologi, nutrizionisti, fisiatri, internisti, logopedisti, ma anche psicologi e cognitivisti. Gli aspetti cognitivi sono importanti anche perché bisogna tener conto che la media dell'età è oltre 70 anni e quindi ci sono degli esercizi di attenzione, di concentrazione che vengono fatti nel periodo di riabiitazione e che vanno continuati dopo. Una particolare attenzione va poi tenuta per lo shock post traumatico e la depressione che va trattata sia dal punto vista psicologico, ma anche con farmaci e stimolazioni, e seguita nel tempo. L'intero percorso riabilitativo può durare diverse settimane, in alcuni casi anche mesi per questa ragione anche qui è stato previsto un luogo, una semplice vetrata per incontrare i propri affetti e rendere meno duro l'isolamento.