La corsa è all'aperitivo, un lampo. In un attimo i tavoli vuoti ad ora di pranzo si riempiono, dal silenzio si passa agli schiamazzi nelle vie della città da bere. Alle 18 i locali chiudono e non c'è più tempo per socializzare, nella paura che da un giorno all'altro sia di nuovo lockdown. C'è tensione tra i genitori in attesa di sapere se le scuole chiuderanno e preoccupazione tra gli esercenti, che si lamentano dell'orario ridotto. Trovo scandaloso che ci siano dei locali che consentano questa situazione; l'altro giorno anche alle 16.30 le persone prendevano lo Spritz. Ovviamente con la mascherina giù; sono tutti con la mascherina giù e non hanno le distanze, perché i tavolini sono minuscoli e i nostri ragazzi - io ho tre figli - a casa a fare la didattica a distanza. È un serio problema per noi ristoratori; siamo aperti noi, almeno noi, solo per aiutare il personale perché usiamo solo prodotti eccezionali e quindi con le spese non è che rientriamo. Milano, epicentro della seconda ondata della pandemia, teme la trasformazione in zona rossa. Scendono di poco i i contagi in Lombardia per il secondo giorno consecutivo: 8607. Sono meno i tamponi effettuati (39658), 418 persone sono ricoverate in terapia intensiva, 4246 si trovano in ospedale a causa del virus, 213 più di ieri. Sarà un lunedì intenso tra riunioni, numeri e proposte, tra Stato e regioni in mattinata, poi il Governatore Fontana incontrerà i sindaci dei comuni capoluogo. Tra un ultimo Spritz e un'ambulanza, la metropoli attende frastornata.