Partendo dalle scarpe siamo arrivati alle mascherine, vi chiederete il perché, ma in un periodo complicato come questo, invece di fare un passo indietro, abbiamo deciso di fare un passo avanti, quindi, in parte può essere una riconversione. Nel 1973, nasce come azienda calzaturiera, l'emergenza Coronavirus e la continua richiesta di dispositivi di protezione individuale, la spinta verso una nuova produzione. In questo stabilimento di Parma si realizzeranno, ogni giorno, 300 mila mascherine chirurgiche innovative, completamente made in Italy. Sono tre tessuti termosaldati con gli elastici molto morbidi, girotesta, e questi piccoli bucherellini fanno sì che sia traspirabile, quindi la comodità di utilizzarla tutto il giorno è sicuramente maggiore. Ci stanno lavorando una decina di persone a livello di fabbrica, senza parlare di tutto quello che c'è dietro, e vorremmo allargarci. Un valore in più, riportare nel nostro Paese la produzione di mascherine, per l'Emilia Romagna, ancora oggi tra le Regioni più colpite dal virus. Il bassissimo valore aggiunto che aveva la produzione di questi beni era inevitabile che spostasse la produzione in altre parti del mondo. Qui da noi, il valore aggiunto è qualcosa che ha a che fare, ad esempio, col fatto che abbiamo il secondo distretto del biomedicale più importante al mondo, perché sono venuti ad investire anche multinazionali dall'estero. Da qui partiranno le spedizioni per tutto il mondo, i primi ordinativi, da diversi ospedali italiani.