La ricerche non è fatta solo di gioie e di successi e le cure miracolose hanno bisogno di studi randomizzati alle spalle, ovvero con un gruppo di controllo, per dimostrare la loro efficacia. É quanto accaduto al plasma iperimmune, prodotto aspecifico e risorsa limitata, su cui si erano concentrate speranze e polemiche. Lo studio clinico, promosso da Istituto Superiore di Sanità e Agenzia del Farmaco, ha concluso che il plasma non riduce il rischio di peggioramento respiratorio o morte a 30 giorni. Il professor Menichetti, direttore di Malattie Infettive, dell'Ospedale Pisana di Cisanello, è uno dei coordinatori del progetto. "Un gruppo di pazienti è stato arruolato a ricevere il plasma convalescente assieme alla terapia standard, che è sostanzialmente antivirali, cortisone ed eparina e il gruppo di controllo, semplicemente, ha ricevuto la terapia standard". 487 pazienti, 27 centri italiani che hanno partecipato. I risultati in linea con la letteratura internazionale. C'è comunque una piccola consolazione che indica un passaggio per future ricerche. "Noi abbiamo notato che un sottogruppo di pazienti, che ha ricevuto il plasma quando ancora la compromissione respiratoria era modesta, ha avuto beneficio e il beneficio non è statisticamente significativo, ma il segnale è piuttosto consistente ed è tale da suggerire che vale sicuramente la pena andare a verificare proprio in questo gruppo di pazienti, perché potremmo trovare delle conferme interessanti".