Che ci sia una relazione tra Covid e obesità, non è più un mistero. E non solo perché studi clinici hanno accertato che l'obesità è un fattore "aggravante" della prognosi dell'infezione Covid-19. Più di un anno di Lockdown, più o meno ristretto, ha causato un aumento esponenziale dei casi di sovrappeso, spesso gravi, anche fra i più giovani. "Sicuramente in questo ultimo anno la mancanza di scolarizzazione non ha fatto che peggiorare questo stato di cose. Negli ultimi anni si è visto, in qualche modo, diminuire l'età media dei pazienti affetti da questa patologia. Di frequente riscontro di pazienti in età pediatrica che arrivano da me già con grossi problemi di iperalimentazione o comunque delle abitudini scorrette". In molte strutture dedicate le visite agli obesi o alle persone in sovrappeso sono aumentate anche più del 150%, "In una situazione in cui si è obbligati a casa, dove ci sono molte più occasioni di peccare o di ricercare cibi dannosi per la salute, c'è meno occasione di muoversi e più tempo per riflettere su una condizione che, tante volte, era stata in qualche modo mantenuta...una problematica che, in qualche modo, era stata mantenuta nascosta, Ecco la somma di questi fattori ha fatto sì che molte persone si siano decise ad affrontare il problema con maggiore consapevolezza". Rimanere a casa forzatamente ci ha reso cuochi, pasticceri, fornai e questo, da una parte non ha aiutato la nostra dieta dall'altra aggravato situazioni già compromesse. "La mancata possibilità di frequentare delle persone o di uscire o comunque di avere gratificazione dall'ambiente del lavoro, ha chiuso in casa delle persone che hanno ricercato gratificazione nel cibo. Così come lo hanno cercato, per esempio, nell'aumento dell'uso degli alcolici".