Il nostro paese discute di un nuovo Green pass, all'italiana, meno rigido del modello francese ma che potrebbe circoscrivere i nuovi contagi in aumento. Per farci un'idea sulla rapidità basta vedere che, rispetto alla settimana precedente, i nuovi contagi sono aumentati del 75%. Se si guarda invece a due settimane fa, l'aumento è ancor più consistente: + 126%. Numeri che fanno riflettere ma in termini di occupazione delle terapie intensive e peso sugli ospedali, la situazione non è così difficile. Il tema al centro del dibattito è ora relativo al Green pass e alla possibilità di utilizzarlo a livello nazionale per accesso a ristoranti, hotel e caffè. Quanti sono gli italiani che ad oggi potrebbero disporne? Se si considera il Green pass nella versione italiana, dunque disponibile 15 giorni dopo la prima dose, gli italiani che potrebbero beneficiarne sono attualmente 34 milioni. Se però consideriamo quello nella versione approvata dall'Unione Europea e cioè 15 giorni dopo la vaccinazione completa, gli italiani che oggi ne entrerebbero in possesso sarebbero meno di 20 milioni. E qui si apre il capitolo degli indecisi. La corsa al siero, così com'è successo in Francia, circa due milioni di prenotazioni in poche ore, sarebbe soprattutto tra i più giovani, spaventati da un nuovo azzeramento della vita sociale. Al momento stiamo andando avanti facendo sostanzialmente a meno di due vaccini: AstraZeneca e Johnson&Johnson. Considerando le somministrazioni del 13 luglio per esempio, notiamo che sono state fatte solo 700 dosi di AstraZeneca, e parliamo di prime dosi, e 3 mila di Johnson&Johnson. Numeri ben diversi rispetto alla somministrazione di Pfizer e Moderna. Anche se, per quanto riguarda Johnson&Johnson, le dosi certamente non mancano. Ferme in frigo abbiamo un milione di dosi. In media al giorno vengono somministrate 3 mila dosi e quindi abbiamo disponibili potenzialmente dosi per i prossimi 11 mesi. A questo punto però si porrà il problema di cosa farne.