Io sono stata all'ospedale di Lodi. Indubbiamente un reparto Covid anche solo d'impatto visivo. Un impegno già psicologico iniziale. Durante le notti avevamo tre reparti da gestire. Eravamo di solito io e una collega dell'Aeronautica. Facevamo questa notte in doppio e lì c'era il timore di non riuscire a dare il sostegno a tutte le chiamate perché i pazienti erano tanti. La paura negli occhi dei pazienti era tantissima. Come noi ci sentivamo, ho parlato anche con le colleghe civili molto spesso, forse proprio nel periodo iniziale, quasi inadeguati rispetto a loro. Perché comunque c'era da parte loro, c'era questa richiesta di aiuto. Lo si leggeva dagli occhi. Sono un militare, quindi sono abituata a partire. È stata la prima volta che questa mia partenza è stata avendo un bimbo, perché mio figlio ha tre anni. Ho dovuto gestire queste due situazioni, sia quella di impegno mio personale e professionale lì, sia quello di mamma lontana dal bimbo che comunque chiedeva assolutamente la mia presenza. L'ha cambiata questa esperienza? Mi sta cambiando. Mi accorgo che giorno dopo giorno sto facendo ogni giorno un piccolo percorso. Sono tornata da ancora poco tempo per dire se realmente sono cambiata, ma penso che abbia cambiato un po' tutti noi.