I confronti con un anno fa sono sempre interessanti man mano che si aggiornano. Il primo cartello che vediamo è il 36, che è riferito ai ricoveri. Lo conosciamo bene come è fatto: le due curve, quella della stagione scorsa e quella di questa stagione, a cavallo del 21-22, la linea rossa è quest'anno e la linea blu è quella che, naturalmente, va molto più avanti perché prosegue quella dell'anno prima. Che cosa vediamo? Che sui ricoveri le due linee potrebbero non incontrarsi, cioè -ed è un dato notevolissimo- nonostante il fatto che siamo incredibilmente più aperti, facciamo molte più cose con meno restrizioni di un anno fa, siamo sempre stati sotto anche nel momento di picco. Questo potrebbe succedere: il picco della linea blu, quello che c'è lì in mezzo al grafico, fu drammatico naturalmente quello dell'inverno 2020-2021 e la differenza tra le due linee sono decine di migliaia di ricoveri in meno. Un dato assolutamente straordinario, ricordiamolo sempre, facendo più cose e con un virus più contagioso rispetto ad allora. Il cartello 37, quello sulle terapie intensive, è esattamente l'analogo. Qui è ancora più evidente quello che è successo. Vediamo che la linea rossa, quella delle terapie intensive, è rimasta sempre lontana anche nel momento di picco di questa ultima ondata. Anche qui la differenza tra le due linee è migliaia di ricoveri in terapia intensiva evitati, con tutto quello che ne consegue dal punto di vista ovviamente sanitario ma anche economico eccetera. Vediamo anche i decessi, è il cartello 38. Qui abbiam fatto tantissime volte il raffronto. Anche qui vediamo che potremmo aver raggiunto, sperabilmente, anche se, appunto, i dati adesso ancora stentano a farcelo vedere bene, un punto di picco e quindi la differenza tra le due linee l'avevamo calcolata intorno ai 36.000 morti in meno rispetto a quel picco della linea blu dell'anno scorso su tutta la stagione autunno-inverno della pandemia 2020-2021. 36.000 morti, un dato, appunto, anche questo, che colpisce. Poi, oltre ai paragoni nel tempo e anche nello spazio, aggiorniamo il cartello 30 che abbiamo già visto qualche settimana fa, relativo alla Bulgaria. Perchè la Bulgaria? Perché la Bulgaria con una politica possiamo dire, forse, scellerata dal punto di vista delle scelte politiche, in più col fatto che nessuno si è vaccinato in Bulgaria, è diventata un Paese con tantissimi decessi in rapporto alla popolazione da inizio pandemia. È sostanzialmente il primo, solo il Perù è messo peggio. E cosa è successo? Che negli ultimi sei mesi la curva dei decessi in Bulgaria è stata quella blu, noi siamo quella verde. Se noi avessimo avuto la curva blu avremmo avuto centomila morti in più. Ed è quello che è successo in Bulgaria rapportato alla popolazione, cioè una strage, sostanzialmente, determinata dal fatto che non si sono fatte restrizioni, non si sono fatti i vaccini, se non fai né l'uno né l'altro ovviamente il discorso è presto fatto. Ed è successo questo. Quindi, non in tutti i Paesi purtroppo c'è stato un andamento, quest'anno, così benigno potremmo dire rispetto all'anno precedente. La Bulgaria ci dimostra sostanzialmente cosa succede in un Paese che non vaccina, perché poi questo è stato. Quindi, è un parallelo nello spazio che ci dà un po' l'indicazione che abbiamo nel tempo confrontandoci con noi stessi un anno fa.























