Tra le vittime del Covid, c'è anche il turismo. In Italia, oltre 4 mila imprese rischiano il fallimento per la perdita di solidità finanziaria, con una contrazione del fatturato di almeno 10 miliardi di euro. A perdere il lavoro potrebbero essere 184 mila persone, uno scenario drammatico dal punto di vista non solo economico, ma anche sociale. Sono già 7 mila le imprese turistiche che hanno chiuso l'attività nel primo trimestre del 2020. Unioncamere parla dunque di necessità di cura choc per salvare il settore, una cura che si concretizza in detrazione al 50 per cento per le vacanze, per una cifra massima ipotizzata in 5 mila euro. Operazione, questa, che però allo Stato costerebbe 2,8 miliardi di euro. Intanto, la preoccupazione sulla tenuta del settore riguarda l'intero pianeta, con le Nazioni unite che parlano di caduta nei flussi di turisti che, a seconda degli scenari previsti, potrebbero raggiungere drammatico meno 78 per cento. Il tutto è legato alle riaperture di aeroporti e frontiere, dunque, la risposta che si darà epidemia, considerando comunque anche solo lo scenario più rassicurante, il settore farebbe segnare una flessione del 58 per cento. Penso che la cosa fondamentale sarà ovviamente andare avanti con i test, i controlli e soprattutto il controllo delle frontiere. Sappiamo bene che con quello che è successo dovremmo essere ancora più responsabili, fare più controlli e essere ancora più severi. Devo dire che sì, certo, c'è da fare un passo in avanti rispetto a quanto facevamo prima, ci deve essere un cambio di atteggiamento e di mentalità. Ci serve appunto una grande fiducia, ripeto, siamo all'interno di una morsa, questa morsa verrà allentata pian piano e si potrà tornare a viaggiare, non solamente in Italia, ma anche in tutti quanti gli altri Paesi del mondo.