Partiamo da un presupposto velocissimo da riassumere: tutti i virus vanno incontro spontaneamente a mutazioni. Il virus di cui stiamo parlando è un virus che si è sviluppato nell'area di Londra e nel sud-est della Gran Bretagna, il primo ceppo viene addirittura fatto risalire come identificazione al 20, 21 di settembre e poi si è progressivamente diffuso in quel Paese. Dai dato che emergono sembra avere maggior capacità di diffusione, quindi maggior capacità contagiante, in ragione di una mutazione nella parte della proteina Spike che si lega ai recettori presenti sulle cellule umane. Va però detto che non sembra avere un maggior poter patogeno, ciò non sembra avere una maggior capacità di indurre malattie gravi e per quel che riguarda il discorso dei vaccini, essendo i medesimi prodotti impiegando il materiale che dà luogo alla produzione dell'intera proteina Spike, è assai improbabile che il tutto risulti in una resistenza in termini di formazione di una immunità contro il nuovo coronavirus.