"L'idea di produrre le mascherine è nata, in primis, in piena pandemia, appunto, l'anno scorso. Abbiamo avuto delle grosse difficoltà, appunto, a reperire mascherine per i nostri dipendenti e nel contempo è arrivato l'appello del Governo a investire per creare dei dispositivi di protezione e noi abbiamo abbracciato questa causa e abbiamo investito in questa direzione". Questo è il motivo che ha spinto Italian Converter, azienda attiva da 25 anni nel settore tessile, a produrre mascherine FFP2. Un'idea che arriva nella fase più dura dell'emergenza Covid, durante la prima ondata della pandemia, spinti anche dalla voglia di fornire strumenti adeguati a chi, tutti i giorni, si trova in prima linea negli ospedali e non solo. "Abbiamo donato a diverse strutture sanitarie, dal San Raffaele alle strutture vicino... nel nostro territorio, nella provincia di Pavia gli ospedali di Vigevano al Beato Matteo di Pavia e altri Enti". Una scelta che ha dato il via ad un iter complesso, che ha richiesto molto tempo per poter ottenere una certificazione valida. "É stato parecchio difficile, molto difficile, ci sono voluti dei mesi e in parallelo all'investimento dei macchinari, perché comunque c'è stato un assembramento, si dice anche, di altri produttori. Gli Enti certificatori in Italia, quelli validi perlomeno, erano solo due e per cui, diciamo, la gente si è rivolta a questi Enti certificatori". Una scommessa anche per quanto riguarda la fase della produzione delle mascherine, che ha richiesto un investimento in macchinari e locali separati per garantire la massima protezione anche in fase di lavorazione.