Visti da dietro la visiera di medici e infermieri, i problemi polmonari, gli stessi della prima ondata. 19 mesi dopo l'inizio della pandemia all'ospedale di Pesaro i ricoveri tornano ad aumentare, arrivano pazienti anche da altre province, sono quasi tutti occupati i letti della terapia subintensiva Covid, pronti altri posti in caso di necessità. "Siamo sotto pressione, pronti a dare le risposte che dobbiamo dare, un pochino stanchi perché dopo due anni siamo ancora al fronte". Nelle Marche continua a salire la curva dei contagi, preoccupa l'incidenza, arrivata a 172 casi ogni 100 mila abitanti, l'occupazione delle terapie intensive raggiunta la soglia critica del 10%. "Preoccupa la contagiosità, preoccupa che i casi sono in aumento e preoccupa la percentuale di pazienti non vaccinati che vengono ad occupare questi posti, anche giovani". 45 anni, la scelta di non proteggersi con il vaccino, l'unico della sua famiglia. L'incontro con il virus, la polmonite, la fatica a respirare, due settimane fa la corsa in ospedale. "Sono finito anche 3-4 giorni in terapia intensiva, quindi diciamo non me la sono vista proprio bella. Con questa esperienza sicuramente il vaccino lo avrei fatto prima. Prima potevo pensare magari che le persone giovani, magari un pochino più in forma, potevano essere più forti nello sconfiggere invece ho visto che in buona salute, uno che comunque un po' di sport l'ha fatto sempre, però la malattia, insomma, quando ti prende ti prende".