La necessità è aumentata, anzi triplicata rispetto all'anno scorso. Sicuramente nella città di Roma noi abbiamo notato un aumento esponenziale di persone. Molti chiedono pacchi viveri, tanto che abbiamo aperto dei centri di distribuzione in tutti i quartieri popolari della città. Oltre 500 pasti compresi di cocomero, al numero 10 di via Dandolo, nel cuore del quartiere romano di Trastevere, l'appuntamento per chi necessita anche dei beni più primari è quotidiano. Ma nel giorno di Ferragosto diventa simbolico per la comunità di Sant'Egidio per ricordare a tutti, non solo l'importanza della condivisione, ma anche che l'impoverimento dovuto all'emergenza Covid resta allarmante. Colpisce questo perché si sono trovate fasce della popolazione italiana e stranieri, non parliamo solamente di cittadini migranti, ma parliamo di cittadini italiani che hanno perso il lavoro. Per esempio, tutti i lavoratori della ristorazione e degli alberghi o del cinema, dello spettacolo. Abbiamo incontrato nei quartieri periferici delle persone che per la prima volta chiedevano cibo. Non era mai successo. Solidarietà e condivisione dunque, per offrire un sorriso ai tanti in fila ai quali vengono fornite mascherine e gel disinfettante, facendo rispettare le limitazioni anti contagio. Molti gli italiani in fila, anche famiglie intere che con l'emergenza per il coronavirus hanno visto sfumare prima il lavoro e poi i risparmi. Molti anche i migranti, come Rosa, arrivata in Italia 19 anni fa dal Perù pronta a restituire come volontaria quanto ricevuto in un ormai lontano passato. Questo periodo di lock down è servito anche per fermarci un attimo e vedere quello che realmente sta succedendo, che cosa facciamo anche noi magari, come possiamo renderci utili non solo pensando a noi, ma anche pensando agli altri. Penso alla soddisfazione che dà a noi stessi il poter essere minimamente d'aiuto a chi sta peggio di noi.