Test antigeni rapidi vanno invece riservati per le conferme diagnostica piuttosto che per le politiche di contact tracing, piuttosto che ancora per politiche di screening di massa. É il Presidente del Consiglio superiore di sanità a dirlo con chiarezza, i test anti igienici non dovrebbero essere utilizzati per screening di massa. Stiamo parlando dei cosiddetti tamponi rapidi quelli che funzionano come un test di gravidanza e danno il risultato in meno di 30 minuti e che nel nostro paese vengono utilizzati solo per citare un esempio proprio negli aeroporti, cioè proprio a scopo di screening di massa. Facciamo insomma quello che il Presidente del Consiglio superiore di sanità consiglia chiaramente di non fare, screening di massa con i tamponi rapidi, sono test utili, ma con tassi di affidabilità inferiori a volte di molto ai classici tamponi molecolari, il dibattito sull'efficacia dei tamponi rapidi divide il mondo scientifico e non in tutti i paesi li utilizzano, negli Stati Uniti i test possono essere usati solo in presenza di sintomi in fase acuta e un risultato negativo non può essere considerato definitivo. Molto chiara anche l'organizzazione mondiale della sanità che in un documento spiega che questi test non devono essere usati in aeroporti e alle frontiere per screening di massa, ma solo all'interno di comunità ristrette in cui vi siano focolai già accertati. La differenza tra usarli o non usarli si vede anche da questi numeri che citiamo a titolo di esempio. Nella regione Lazio il rapporto tra contagiati e il numero di tamponi fatti risulta del 12% circa, se si contano sia i risultati dei tamponi rapidi che quelli dei molecolari, ma se andiamo a vedere lo stesso rapporto, calcolato solo sulla base del tampone molecolare, la percentuale dei contagi si alza di molto, fino a un più allarmante 33 %. La regione è la stessa, così come il numero assoluto dei positivi, ma la fotografia della situazione cambia in base ai tamponi che consideriamo.