Mancava tutto. Cibo avariato e male odorante al posto dei prodotti bio in cui si parlava nell'offerta tecnica, pochissimi, se non zero, i servizi di mediazione culturale, il presidio sanitario, le prestazioni sanitarie specialistiche e in molti casi i medicinali, i servizi di pulizia, le visite di idoneità alla vita in comunità ristretta, anche i luoghi di culto erano totalmente assenti. Con l'ipotesi di frode in pubbliche forniture e turbativa d'asta la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta sul Centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti irregolari di via Corelli. Perquisizioni e acquisizione di materiale da parte della Guardia di Finanza nei locali del Centro. Indagati gli amministratori di diritto e di fatto della Martinina, la Società che gestisce il Centro, Consiglia Caruso e Alessandro Forlenza. Non avrebbero curato nemmeno i malati presenti al Centro. Camere sporche e bagni vergognosi, come si legge nel decreto di perquisizione. L'ipotesi della Procura è che abbiano commesso frode ponendo in essere espedienti maliziosi e ingannevoli, si legge, idonei a fare apparire l'esecuzione del contratto di appalto conforme agli obblighi assunti e in particolare simulavano la presenza presso il Cpr di servizi pattuiti in sede contrattuale con la Prefettura di Milano. Servizi in realtà mai prestati o comunque prestati in maniera largamente insufficiente, si legge nel testo. A loro, oltre che alla società, sono contestate le ipotesi di reato di turbativa d'asta e frodi nelle pubbliche forniture.