Tutti i giorni in trincea senza armi. Quello delle aggressioni ai soccorritori e ai sanitari è un tema, purtroppo, sempre attuale. Un fenomeno in crescita che fa registrare addirittura un più 60.87% rispetto al 2021 e soltanto nei confronti di presidi e operatori della Croce Rossa. "Un segnale preoccupante a cui occorre dare delle risposte. Stiamo parlando di numeri inquietanti. Aumenta la frustrazione, ovviamente la rabbia sociale ma tutto questo non può giustificare queste aggressioni, queste esplosioni di violenza". Un'apparente assurdità, una realtà inaccettabile. Sono 2400 le denunce ogni anno ha sottolineato non più di 10 giorni fa il Ministro della Salute Schillaci. Numeri che però non ci raccontano la reale portata del problema perché spesso aggressioni fisiche e verbali non vengono nemmeno denunciate. Eppure c'è una legge che dovrebbe tutelare gli operatori sanitari. È la 113 del 2020, che ha inasprito sanzioni e pene. E allora cos'è che non funziona? "Ovviamente l'inasprimento della pena da sola, come dicevo, non basta. Probabilmente qualcosa sta mancando nell'infondere una cultura di rispetto per gli operatori sanitari". "Ci può essere del disagio sociale. Ci può essere anche un problema legato alle attese in pronto soccorso, ma non è solo questo aspetto. La violenza è un problema complesso e come tale va prima indagato per trovare quelle che sono le risposte migliori per i singoli casi".























