"Professore salve, buongiorno, eccoci. Il Presidente Draghi, professore, ha ricordato il numero altissimo di morti. Noi stiamo, praticamente, riaprendo il Paese in questa settimana, con un numero che è decisamente, davvero, oltre il sopportabile, perché continua a rimanere un numero molto alto, oltre poi al totale, lo ricordava anche Draghi, di quasi 120 mila morti. Che cosa sta succedendo, professore, perché questo numero non cala?". "Mah, questo numero non cala perché le misure, che abbiamo preso finora, non sono state evidentemente sufficienti, in modo particolare se si vedono i dati di mobilità, che sono stati recentemente pubblicati da Google, si vede che l'Italia ha una mobilità interna che è tre volte quella della Germania e due volte quella della Francia, quindi è evidente che siccome il virus, cammina con le nostre gambe, più ci muoviamo, più incontriamo persone, più c'abbiamo possibilità di trasmetterlo, guardi non è... è una questione probabilistica che poi, molte persone fanno anche fatica a capire, quindi poi magari si chiedono: ma perché i ristoranti devono stare chiusi la sera o la mattina, il virus si trasmette a tutte le ore. Giustissimo. Però il problema è che, in qualche modo, bisogna cercare di diminuire la probabilità, solo diminuendo la probabilità, si abbatte l'RT. Purtroppo, non ci si può fare niente". "Ma secondo lei quando potremmo, anche alla luce poi però, di queste riaperture, cominciare a vedere, una flessione in quel numero lì, una flessione consistente, professore?". "Guardi Tonia, dipende fondamentalmente da due fattori. Primo, la velocità con la quale si fanno le vaccinazioni e si raggiunge un numero tale di vaccinati, che ha un impatto sull'RT, perché anche i vaccinati c'hanno un impatto sull'RT, perchè sottraggono persone suscettibili e poi, da tutte le misure, che noi metteremo in atto, per impedire che varianti, resistenti al vaccino, entrino in Italia e purtroppo, su questo fronte, non si è fatto nulla, sia a livello nazionale che a livello europeo, perché questo è un problema di tutti quanti noi".