La cabina di regia nazionale per l’emergenza idrica in Sicilia ha deciso. La soluzione per evitare che i rubinetti rimangano a secco è quella di rimettere in funzione i dissalatori. In Sicilia ce ne sono tre ma tutti sono stati dismessi tra i 10 e i 15 anni fa, e al momento sono inutilizzabili. Uno si trova a Trapani, uno a Gela e l’altro a Porto Empedocle. Sono stati, di fatto, lasciati in abbandono, senza manutenzione e senza sorveglianza. Per poterli rimettere in funzione o recuperare quello che ancora è recuperabile in ognuno di questi tre impianti ci vorranno diversi mesi, forse un anno. Ma l'emergenza idrica intanto avanza e il rischio che che i rubinetti di molti siciliani restino a secco è alto. Per questa ragione la cabina di regia presieduta dal Ministro Matteo Salvini ha dato il via libera, oltre che al ripristino delle opere, anche all'istallazione di tre moduli temporanei per dissalare l'acqua. Moduli che, a opere di ripristino terminate, dovrebbero essere inglobati all'interno degli impianti. Con l'attivazione dei dissalatori temporanei, prevista per giugno, potrebbero essere immessi nelle tubature degli acquedotti cittadini 600 litri di acqua al secondo. Quando i dissalatori saranno a regime i litri dovrebbero passare a quasi 1000. I costi dell'operazione sono a carico della regione, che utilizzerà il fondo dell'accordo di coesione firmato con il Governo. Le piogge degli ultimi giorni hanno leggermente aumentato la portata degli invasi siciliani, anche se la situazione purtroppo continua a rimanere critica. Il razionamento e la fornitura d'acqua, dunque, rimane.