“Purtroppo per adesso ancora sono una mancata sposa, perché non so neanche la data del mio matrimonio e spero che il sogno si potrà coronare un giorno”. “Mi auguro che queste restrizioni possano essere allentate al più presto”. “Tanti sacrifici per questo giorno speciale, ovviamente è più atteso per una donna, della sua vita, per crearsi una famiglia. Purtroppo tanti sacrifici che ci sono dietro, sia per te che per la tua famiglia, è stato rimandato questo sogno”. Belle, bellissime sono le promesse spose che, a causa delle norme anti Covid-19, hanno dovuto rimandare il loro matrimonio. Dopo il flash mob a Fontana di Trevi, sono arrivate in Piazza Montecitorio, dove alcuni rappresentanti del settore wedding hanno organizzato una manifestazione per chiedere aiuto al Governo. “Con matrimoni rimandati, cerimonie proibite, quindi il fatturato del comparto wedding, comparto in particolar modo bomboniere, è fatturato zero. Sono stati celebrati nel 2019 220.000 matrimoni. Oggi siamo nel 2020 a 8.000 matrimoni, con un fatturato di 36 miliardi di euro. Oggi appena arriva a 8 milioni di euro”. “Cinquantamila euro di danni ho subito. Lo Stato ci deve aiutare, noi abbiamo bisogno di non pagare l'IVA, di non pagare le tasse. Di aiutarci con l’affitto, perché comunque in tutti questi mesi abbiamo anche dovuto pagare delle campionature che sono state invendute”. Tutte le imprese legate al business dei matrimoni hanno subito gravi perdite economiche; ad esempio i floricoltori tra marzo e giugno, con la sospensione dei matrimoni, hanno perso oltre 200 milioni di euro.