"Se vogliamo in qualche maniera essere vicini a questi fratelli non ci resta che percorrere questa via, del silenzio, dello sguardo, dell'abbraccio che si fa a casa." Quando non ci sono parole per contenere la sofferenza, né parole per dare una spiegazione al dolore non resta che il silenzio. Don Mario, parroco di Canazei, davanti ad una Chiesa gremita di persone ricorda le 11 vittime del crollo del ghiacciaio della Marmolada, ai familiari seduti in prima fila offre l'abbraccio e la commozione di un'intera comunità sfregiata e ferita come il ghiacciaio il cui cratere impone a tutti noi di riconsiderare il rapporto uomo-natura. Il giorno del lutto cittadino è un giorno di dolore composto e dignitoso. Canazei, come tutta la valle, è rimasta in silenzio e si è fermata per 10 minuti proprio nel giorno in cui tutte le vittime hanno un nome e non ci sono più dispersi. 8 uomini e 3 donne il terribile il bilancio. "É finita nel peggiore dei modi, 11 morti fino a un paio di giorni fa avevamo un bollettino che diceva 11 dispersi e deceduti, adesso abbiamo purtroppo chiuso con un bilancio che è il più terribile quindi abbiamo chiuso male tutta questa vicenda, con queste 11 persone che hanno perso la vita." Le operazioni di ricerca di altri reperti non si fermeranno, altre squadre continueranno a scandagliare il luogo del disastro e mentre le consulenze scientifiche chieste dal PM diranno forse cosa è successo domenica scorsa, il Governatore Zaia ha proposto al Capo della Protezione civile Curcio una riunione con tutte le regioni dell'arco alpino per capire come muoversi in futuro. La montagna non si può certo chiudere ma servono delle direttive tecniche. Un campanello d'allarme è stato lanciato da questa valle e non può certo cadere nel vuoto.























