Tutti gli sguardi sono ancora rivolti all'insù, verso la Torre dei Conti, verso le macerie sotto le quali, dopo 11 ore di vana speranza, ha trovato la morte Octav Stroici, l'operaio romeno di 66 anni che ha perso la vita lavorando in questo cantiere dei Fori Imperiali. E mentre allo studio è una strategia per mettere in sicurezza la struttura che rischia di crollare, anche gli occhi dei magistrati sono rivolti qui per far luce su dinamica, eventuali responsabilità e omissioni. La procura indaga per omicidio, lesioni e disastro, tutti reati colposi legati a possibili violazioni delle norme antinfortunistiche, ma nessun nome risulta ancora nel registro degli indagati. Una maxi perizia preliminare è già stata affidata a tecnici specializzati. Sul crollo di lunedì potrebbero aver pesato diverse concause, da eventuali negligenze della società appaltatrice a errori umani commessi dalle squadre di lavoro, fino alle vibrazioni del cantiere della metro C, a pochi passi da qui. Ma c'è un altro elemento che sta catturando l'attenzione di chi indaga: il fattore fretta. Risulterebbe infatti una notevole accelerazione sul progetto negli ultimi otto mesi, forse dovuta alla scadenza dei termini per l'accesso ai fondi del PNRR. Occhi puntati anche su una relazione tecnica del maggio 2025 che certificava la tenuta della torre, dando di fatto il via libera ai lavori. Ora l'intera area è sotto sequestro, sono stati sentiti gli operai del cantiere, eseguiti sopralluoghi ed evacuazioni e richiesti gli atti delle gare d'appalto. Elementi che saranno fondamentali per ricomporre il quadro, ma altre risposte si attendono dall'autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni. Solo allora si potranno celebrare i funerali di Octav che si terranno in Romania, ultimo desiderio della sua famiglia. .























