Guerrieri senza una bandiera, ma uno stemma: la doppia V rossa dentro un cerchio. Dietro la maschera dei No Vax che progettavano di far esplodere un drone sopra la Camera dei Deputati, incendiare furgoni delle TV, dare la caccia ai giornalisti, non ci sono altro che persone comuni. Il creatore del gruppo è Tommaso, 46 anni di Milano, custode di un palazzo che, lasciata la guardiola, amministrava la chat Telegram incitando alla ribellione violenta e all'uso delle armi. In casa sua sono stati trovati due tirapugni nuovi nuovi, che aveva cercato ingenuamente di comprare in armeria. Chi le armi invece le deteneva regolarmente era Stefano, 53 anni bergamasco, operaio con in casa due pistole, ma voleva acquistare dei fucili o meglio quelli che lui chiamava gingilli a lungo raggio. A casa di Stefano 33 anni invece, panettiere di Reggio Emilia, sono stati trovati i manganelli, una katana, spray al peperoncino, scriveva: "Se mi fermano mi arrestano per antiterrorismo" non si è sbagliato di molto, mentre Francesco 34 anni milanese, operaio metalmeccanico, era il secondo amministratore della chat, viveva isolato da tutti, sempre su internet incitando contro il G5 e la dittatura sanitaria, come il romano David 45 anni, barista, che architettava un processo all'OMS per crimini contro l'umanità. Poi, ci sono le donne, le mamme, la romana Ilaria di 43 anni ex commessa, ora disoccupata e No Vax, la veneziana Lara di 51 anni, secessionista, cui avevano revocato il porto d'armi per ragioni di salute mentale, Sandra padovana di 53 anni, voleva tirare letame e uova addosso al Ministro della Salute Roberto Speranza.