La protezione dei dati personali e la relazione con il lockdown e la pandemia e poi ancora la cybersicurezza, la violazione della privacy, le intercettazioni e il problema fakenews. Sono molti i punti segnati in rosso dal garante della privacy, Antonello Soro, nel discorso pronunciato in occasione della presentazione della relazione annuale dell'autorità. La pandemia ha segnato un punto di non ritorno - dice Soro - il momento fondativo di una nuova consapevolezza sulla protezione dei dati e sul ruolo che la tecnologia gioca nelle nostre vite e le minacce del mondo digitale restano vive. “La traslazione, mai così totalizzante, della nostra esistenza nella dimensione immateriale del web espone, infatti, ciascuno di noi, attraverso i propri dati, alle sottili, ma pervasive, minacce di una realtà, quale quella digitale, tanto attrattiva quanto poco presidiata. L'accelerazione impressa dalla pandemia alla transizione digitale impone oggi di ripensare il nostro modo di concepire questa nuova dimensione della vita, ormai sempre più indistinguibile da quella tradizione.” I numeri, nel 2019 l'autorità garante per la protezione dei dati personali ha adottato 232 provvedimenti collegiali e fornito riscontro a oltre ottomila, tra reclami e segnalazioni. Poi l'allarme di Soro sul diffuso ricorso allo smart working. Va impedito ogni uso improprio - analizza il Garante - ma sì alla sicurezza delle piattaforme e all'effettività del diritto alla disconnessione, senza cui - dice Soro - si rischia di vanificare la necessaria distinzione tra spazi di vita privata e attività lavorativa. Poi via libera con alcuni chiarimenti sul caso App Immuni, che, secondo la relazione, ha evidenziato la necessità di trovare un equilibrio tra tracciamento e tutela dei dati. Il rischio che dobbiamo esorcizzare è quello dello scivolamento inconsapevole dal molto evocato modello coreano a quello cinese - ha detto Soro - scambiando la rinuncia a ogni libertà per efficienza e la biosorveglianza totalitaria per soluzione salvifica. Infine, l'uso delle intercettazioni. Soro parla chiaro: bilanciare privacy e le esigenze sulle indagini.