I balneari promettono battaglia anche qui, in Puglia, dove la rivoluzione decisa da Roma sulle concessioni demaniali avrà effetti pesanti su 1.500 stabilimenti, dal Gargano al Salento. "Non si conosce il fenomeno. Cioè, qui si pensa semplicemente ad un investimento di capitale. Non si è capito nulla. La maggior parte delle concessioni demaniali sono lavoratori autonomi, sono famiglie che hanno fatto questa scelta confidando in una legge dello Stato. Non possono essere tradite da uno Stato che ha detto: «non ti preoccupare, puoi fare questo lavoro» e adesso rimettere tutto in discussione. Questo non è tollerabile, non è giusto, è incostituzionale e noi faremo valere questi nostri diritti in ogni sede". "Cosa rispondete a chi dice: vabbè, però le concessioni sono state pagate un'inezia finora?" "Noi paghiamo quello che lo Stato ha stabilito. C'è chi paga tantissimo, che è fallito, c'è chi paga pochissimo. I canoni sono e saranno prefissati per legge. La questione del canone è un depistaggio". Antonio Capacchione nelle prossime ore riunirà gli associati del S.I.B., il più grande dei sindacati di categoria. Tra le possibili azioni di protesta anche la serrata. "Quello che è certo è che noi non metteremo in difficoltà la nostra clientela, perché la nostra clientela sono tutti amici, sono persone che conosciamo. Non metteremo in difficoltà il nostro Paese, cosa che invece irresponsabilmente questo Governo sta facendo con un provvedimento completamente sbagliato".























