L’obbligo resta ma cambiano il numero, le modalità e le cifre delle sanzioni. Il frutto della mediazione sul decreto vaccini raggiunto tra la Commissione del Senato, il Ministero della salute e il mondo medico-scientifico è sintetizzato nel parere dell’Istituto superiore di sanità, al voto con gli altri emendamenti mercoledì pomeriggio. Le dieci vaccinazioni che restano obbligatorie per le iscrizioni nei nidi e nelle scuole materne pubbliche e private italiane passibili di sanzioni, che verranno però attenuate rispetto ai 7.500 euro previsti inizialmente, fino a 16 anni, sono: esavalente, antipolio, tetano, difterite, epatite B, pertosse ed Haemophilus influenzae di tipo b, la cosiddetta MPR (morbillo, parotite, rosolia), più varicella. Dieci vaccinazioni in due iniezioni, la cui obbligatorietà – si legge nel parere dell’Istituto superiore di sanità – è giustificata dal carattere di urgenza ed emergenza dettata dal declino delle coperture vaccinali e dalla situazione epidemiologica nazionale. Meningococco B e C restano nel decreto con chiamata attiva e gratuite nell’ambito del Piano nazionale vaccini, e quindi a seconda dell’anno di nascita, insieme allo pneumococco e al rotavirus che entrano nell’offerta attiva, ma non passibili di sanzioni. Il testo prevede che entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto e ciclicamente ogni sei mesi il Ministero della salute debba fornire indicazioni operative per l’attuazione della misura, in base alla quale le Regioni dovranno estendere l’offerta attiva e gratuita delle ultime quattro vaccinazioni.