A uccidere Simonetta Cesaroni sarebbe stato Mario Vanacore figlio del portiere del condominio di via Poma, almeno secondo le ultime ipotesi dei Carabinieri notizia che riaccende l'attenzione su un delitto che è tutto tranne che un banale caso di cronaca nera, perché ad oltre 30 anni l'assassino non ha un nome ne un volto. Stavolta a far riemergere dubbi e domande è un'informativa che i Carabinieri hanno consegnato ai Magistrati della Procura di Roma. Ma gli inquirenti ritengono si tratti soltanto di ipotesi e suggestioni tanto che lo scorso 13 dicembre hanno chiesto l'archiviazione e in un esposto presentato tre anni fa dal criminologo Carmelo Lavorino venivano evidenziate le caratteristiche esclusive dell'assassino. "L'assassino di Via Poma ha il sangue gruppo A Alfa 4/4 ha colpito per 30 volte con la mano sinistra Simonetta Cesaroni, uno schiaffo con la mano sinistra e poi 29 colpi di tagliacarte sempre con la mano sinistra poi l'assassino deve avere necessariamente una territorialità, un complice all'interno del condominio, deve avere la disponibilità delle chiavi". Potrebbe essere Mario Vanacore? "Io non posso dire se può essere Mario Vanacore ha le stesse caratteristiche del soggetto ignoto perché il gruppo sanguigno è lo stesso, il di alto è lo stesso all'uso della mano sinistra". Secondo quanto ricostruito dai militari quel 7 agosto del 90 Mario Vanacore che lo ricordiamo non è indagato entra negli uffici di via Poma inaspettatamente si trova davanti la ragazza, tenta di violentarla, lei reagisce, lui la colpisce al viso Simonetta cade e l'assassino sferra i 29 colpi. La morte di Simonetta Cesaroni uccisa a 20 anni resta senza soluzione nonostante sette pronuncie dell'autorità giudiziaria perizie e controperizie su tracce di sangue e su un morso che secondo gli esperti della Procura un morso non era a complicare la storia indagini fatte male per l'imperizia legata all'esperienza tecnica dell'epoca e poi indagati risultati estranei e bugie.