Sarebbe stato lui il padre di Andrea Sempio, a orchestrare la presunta corruzione dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, che nel 2017 chiese e ottenne l'archiviazione del figlio. Ne è convinta la procura di Brescia, che dopo l'ex magistrato è iscritto nel registro degli indagati con la stessa ipotesi di reato, corruzione in atti giudiziari, anche Giuseppe Sempio. La convinzione degli inquirenti sarebbe legata a quell'appunto trovato in casa Sempio con scritto Venditti GIP, archivia per 20-30 € che l'uomo aveva poi spiegato agli inquirenti essere in realtà una nota di previsione per le spese legali. Ma anche ad altri elementi non ancora noti; elementi acquisiti e forse in parte ancora da acquisire, tanto che i magistrati bresciani, dopo aver nominato un proprio consulente tecnico, hanno convocato d'urgenza Venditti e Sempio padre lunedì a Pinerolo, nel torinese, per effettuare l'accertamento tecnico irripetibile di estrazione della copia forense dai dispositivi informatici sequestrati, tra cui i telefoni, dispositivi oggetto di diversi sequestri di cui uno già annullato è ancora oggi al centro di un ricorso davanti al tribunale del riesame di Brescia, che dovrebbe essere discusso proprio lunedì. Una situazione che porta il legale di Venditti l'avvocato Domenico Aiello a chiedersi come mai non si stia seguendo la via ordinaria del riesame. Stiamo assistendo, dice il legale allo smantellamento delle funzioni del tribunale del riesame ignorato e neutralizzato. L'indagine bresciana si allarga la prossima settimana i magistrati sentiranno come testimoni tre avvocati, tra cui Massimo Lovati, che nel 2017 difesero Sempio ai tempi della prima indagine che lo vedeva indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, avvocati ai quali, secondo la tesi sostenuta dai genitori di Andrea, erano destinati quei soldi prelevati in contanti e che invece, secondo la procura sarebbero stati il prezzo della corruzione. .























