Ha chiesto di poter rivedere suo figlio di 9 anni, Giacomo Bozzoli, arrestato giovedì nella sua villa a Soiano del Lago nel bresciano. La sua prima notte in carcere l'ha trascorsa nel Penitenziario della città di Brescia, uno dei più sovraffollati d'Italia, sorvegliato a vista per paura che potesse compiere gesti autolesionistici. Poi è stato trasferito nella casa circondariale di Bollate. Viene descritto sotto shock ma continua a dichiararsi innocente; agli investigatori ha detto che aveva intenzione di scrivere una lettera indirizzata agli avvocati alla famiglia e ai magistrati per ribadire che è estraneo totalmente all'omicidio di suo zio Mario, delitto per il quale è stato condannato all'ergastolo in via definitiva dalla Corte di Cassazione. La sua fuga si è fermata dopo 11 giorni di latitanza quando i carabinieri l'hanno trovato nella sua abitazione nascosto e tutto rannicchiato nel cassettone di un letto matrimoniale. Aveva con sé 50mila euro riposti in un borsello e non aveva intenzione di costituirsi, ricostruiscono gli inquirenti, convinti che forse qualcuno potrebbe aver aiutato Bozzoli a sparire. Per questo motivo, la Procura di Brescia ha aperto un secondo fascicolo al momento contro ignoti per capire se l'uomo abbia avuto appoggi esterni durante la sua fuga disperata all'estero forse anche per depistare gli inquirenti. Nei prossimi giorni, verrà interrogato in carcere.