Sono ancora tante le domande senza una risposta sulla morte di Maria Campai, la 42enne uccisa in un garage di Viadana, nel mantovano, dopo aver avuto un incontro con un diciassettenne che l'aveva notata per caso sul web, in una chat e che l'aveva contattata. Un quadro più chiaro sulle modalità del decesso arriverà dall'autopsia che ricostruirà le ultime ore di vita di Maria e come sia stata uccisa. Dai primi accertamenti la donna sarebbe stata colpita più volte a mani nude e poi strangolata, il ragazzo con cui aveva accettato di vedersi ora è in carcere, accusato di omicidio volontario premeditato e di occultamento di cadavere, trattandosi di un minorenne dopo la convalida del fermo è stata disposta la misura cautelare nel carcere minorile Beccaria di Milano. Il ragazzo studente di un Istituto Tecnico di Viadana ha risposto a tutte le domande del GIP nel corso dell'interrogatorio di garanzia, avrebbe confermato le ammissioni rese davanti ai Carabinieri dopo averli condotti lui stesso nel punto esatto in cui aveva trascinato il cadavere della donna. Lo aveva nascosto sotto uno strato di foglie, in una villetta disabitata a pochissimi metri dal garage dov'è avvenuto il delitto. Un movente alla base del massacro non c'è, il ragazzo ossessionato dai muscoli e dal fisico aveva trasformato il box di casa in una sorta di palestra dove allenarsi. Dopo il delitto aveva continuato come nulla fosse la sua vita, non destando sospetti nei genitori e fra i compagni di scuola. "Un pezzo di pane", lo ha descritto suo padre, ma sul suo computer i Carabinieri hanno trovato ricerche su come uccidere a mani nude e un post di ammirazione per Filippo Turetta, l'assassino di Giulia Cecchettin. Le indagini vanno avanti, il cellulare della vittima non è ancora stato ritrovato.