Un agguato in casa, una coltellata alla gola. Così sarebbe morta Giulia Tramontano, colpita alle spalle all'improvviso da Alessandro Impagnatiello mentre si trovava nel salone di casa. Una ferita al collo che gli avrebbe impedito di urlare, è questa l'ultima ricostruzione degli investigatori dopo i rilievi effettuati dai RIS all'interno della villetta di Senago, dove la ragazza, al settimo mese di gravidanza, viveva assieme a Impagnatiello. Sarà l'autopsia, prevista per venerdì 9 giugno, a confermare e a stabilire l'orario della morte di Giulia e se la ragazza sia stata avvelenata. Nello zaino ritrovato in casa c'erano due confezioni di veleno per topi. Alla luce anche di quest'ultimo dettaglio, i magistrati inquirenti ribadiscono la convinzione che il delitto sia stato premeditato e sul web sono state trovate le tracce delle ricerche effettuate da Impagnatiello prima del delitto, su come togliere macchie di bruciature dalla ceramica e che effetti ha un topicida su un essere umano. Tutte informazioni che lascerebbero supporre una pianificazione dell'omicidio; e poi ci sono quelle strane domande rivolte dall'uomo, ora a San Vittore con accuse di omicidio volontario, occultamento di cadavere e procurato aborto, a due gestori di bar della zona sulle telecamere di sorveglianza dei loro locali. Temeva di essere scoperto mentre trascinava il corpo di Giulia? Voleva essere certo di non essere ripreso? Si era fatto accompagnare da sua madre, in giro per il paese, facendo credere che Giulia fosse scomparsa. E altre novità potranno emergere dagli esami irripetibili su tre computer e un tablet, sequestrati nell'appartamento.